Fare di necessità virtù, lo sappiamo, è sempre stata una prerogativa del popolo italiano, che davanti alla crisi prova ad inventarsi strategia di sopravvivenza per combattere contro le troppe spese e i minori guadagni. L’ultima tendenza in atto in questi mesi sembra essere legata ad un uso “insolito” della propria casa.

Mi affitto la stanza
Il bisogno di fare cassa val bene una riduzione della privacy casalinga: è questa, in breve, la logica sottesa al fenomeno degli “affitti parziali”: l’ultima indagine di Immobiliare.it ha rivelato, a questo proposito, che è in forte crescita il numero di famiglie impegnate ad affittare, e a mettere a reddito, una parte della casa in cui vivono. +14% in un anno, addirittura +26,5% negli ultimi 24 mesi.

Anche l’affitto cambia e mentre in passato chi aveva locali a disposizione preferiva mettere in locazione l’intero appartamento, adesso è probabile che compia scelte diverse, soprattutto se abita in una grande città. Sempre più spesso, infatti, chi ha un immobile intero ne affitta le singole stanze, e – novità degli ultimi anni – chi vive in una casa un po’ più grande del necessario ne affitta una stanza, trasformandosi in un affittacamere.

Il vantaggio, dal punto di vista economico, ben compensa la limitata libertà di azione in casa propria: a seconda della città è possibile ricavare da 170 fino a 500 euro ed oltre al mese. Si capisce, così, perché il trend sia nettamente in crescita tra i nostri connazionali. Certo, si preferiscono soggetti poco ingombranti: meglio i lavoratori degli studenti, magari con settimana corta, per essere certi di avere meno grattacapi almeno nel weekend. Innegabile, tuttavia, il fatto che a spingere per questa nuova formula di coabitazione sia l’assenza di contratti: un caso su due è in nero, che agevola il turn over e rende più semplice, per entrambe le parti, cambiare idea. Casi comuni sono le famiglie i cui figli sono andati via di casa, perché studiano fuori città o perché ormai indipendenti: recuperare centinaia di euro al mese che possono, magari, servire per aiutare i figli stessi è un’idea ormai non più così insolita.

Mai come in questo caso l’aumento dell’offerta è parallelo all’aumento della domanda: secondo le rilevazioni di Immobiliare.it questa è passata dal 9% al 18% nel corso del 2012. Va segnalato che, per la prima volta in assoluto, i lavoratori superano gli studenti per quanto riguarda la richiesta di affitto condiviso: i primi rappresentano ben il 58% del campione che effettua questo tipo di ricerca, contro il 42% degli studenti.

Boom per gli uffici condivisi
Non solo case in condivisione: il fenomeno degli affitti “parziali” sembra svilupparsi in misura ancora più netta nel settore degli uffici; basti pensare che negli ultimi dodici mesi l’offerta di stanze o parti di uffici è più che raddoppiata (+234%). Ma che tipo di azienda cerca di condividere i propri spazi? Probabilmente chi si trova ad avere meno dipendenti e, di conseguenza, ad avere scrivanie vuote e spazi da sfruttare in altro modo: 56% dei casi, è la riduzione del personale a spingere verso la locazione di stanze ad uso ufficio. Imprenditori o piccole società offrono spazi, quasi sempre arredati, all’interno dei propri immobili operativi. Ad accogliere questo tipo di richiesta sono solitamente piccoli imprenditori o professionisti freelance che puntano a sinergie di spazi (condividendo le sale riunioni o le aree relax), di tecnologie (rete telefonica e internet, stampanti, server) o di personale (segreteria, receptionist, addetti alle pulizie). Una scelta saggia, che punta alla riduzione dei costi con un occhio ad ovviare agli sprechi.

 

Fonte: articolo di Vittoria Giannuzzi da immobiliare.it dell’ 08/01/2013

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